Mi trovavo lì, al minuto sette di Fran, con gocce di sudore che sembravano aver stabilito una colonia permanente sul mio viso. I thrusters a 43kg non erano mai stati così pesanti, e il mio rapporto con il pull-up bar era diventato quello di un gatto con l’acqua. Eppure, in quel preciso istante, tra un respiro affannoso e l’altro, accadde qualcosa di incredibile: mi ritrovai a sorridere.
Il Primo Incontro con la Signora in Questione
Ricordo ancora la mia prima Fran come si ricorda un primo appuntamento disastroso. Il coach l’aveva presentata con quella sua tipica espressione sadica: “21-15-9, thrusters e pull-ups”. Sembrava così innocente sulla lavagna. Poi, come in ogni relazione tossica che si rispetti, ho scoperto la vera natura di questo workout. Non era un WOD, era un esorcismo in forma di esercizio fisico.
L’Evoluzione di una Relazione Complicata
All’inizio, il nostro rapporto era basato sul puro terrore. Vedevo il suo nome sul programmino settimanale e improvvisamente mi ricordavo di avere impegni improrogabili dall’altra parte della città. Era come quell’ex che speri di non incontrare mai al supermercato, ma che puntualmente appare quando sei nel tuo momento peggiore.
La Danza dei Thrusters
I thrusters sono sempre state la mia nemesi personale, anzi una delle mi enemesi personali. Le prime volte, il movimento assomigliava più a una danza interpretativa contemporanea che a un esercizio di CrossFit. Il coach continuava a ripetermi: “È come un front squat che si evolve in un push press”. Io rispondevo mentalmente: “È come una tortura medievale che si evolve in un’altra tortura medievale”.
I Pull-ups: Una Storia d’Amore non Corrisposta
E poi c’erano loro, i pull-ups. All’inizio la mia strategia era semplice: fare una ripetizione, staccarmi dalla sbarra come se scottasse, camminare in tondo per recuperare, ripetere. Una tecnica che trasformava Fran in un workout da mezz’ora, ma hey, chi ha fretta? Apparentemente, tutti nel box tranne me.
Il Momento della Svolta
Non saprei dire esattamente quando è cambiato tutto. Forse è stato quando ho smesso di vedere Fran come un nemico da sconfiggere e ho iniziato a considerarla come una vecchia amica un po’ sadica. Di quelle che ti fanno notare i tuoi difetti ma solo perché vogliono vederti migliorare. O forse stavo solo delirando per la mancanza di ossigeno al cervello.
La Scoperta del Flow State
C’è qualcosa di quasi mistico in quel momento in cui il dolore diventa secondario e ti ritrovi in uno stato di flusso. I thrusters diventano un movimento fluido, i pull-ups una danza aerea. È come se il tuo corpo sapesse esattamente cosa fare mentre la mente si limita a osservare, stupita quanto te.
E poi ti viene da ridere
E così, eccomi qui, nel bel mezzo dell’ultimo set di pull-ups, con i muscoli che gridano vendetta e i polmoni che minacciano di scioperare. Eppure sorrido. Non è un sorriso di felicità – sarebbe inquietante – ma un sorriso di consapevolezza. La consapevolezza di essere esattamente dove devo essere, facendo esattamente ciò che devo fare.
La Chimica del Dolore
Dicono che durante workout intensi il corpo rilasci endorfine, gli oppioidi naturali del nostro organismo. Se è vero, Fran deve essere l’equivalente CrossFit di una festa psichedelica degli anni ’60 a base di LSD. Solo con più sudore e meno fiori nei capelli.
La Community nel Dolore
C’è qualcosa di profondamente unificante nel condividere questa esperienza con altri. Guardare negli occhi un compagno di box dopo Fran è come incontrare un veterano di guerra: non c’è bisogno di parole, solo un cenno di comprensione reciproca. “Anche tu sei sopravvissuto, Bro”.
Le Lezioni Nascoste
Fran non è solo un workout, è una maestra di vita. Ti insegna la pazienza, la perseveranza, l’umiltà. Ti mostra che i limiti sono spesso più mentali che fisici. E soprattutto, ti insegna che anche nei momenti più difficili, c’è spazio per un sorriso.
Il Timer Non Mente
Ogni volta che affronto Fran, il timer è lì a ricordarmi da dove sono partito. Dai primi tempi imbarazzanti fino ai piccoli miglioramenti di oggi. È come un diario che non mente mai, che registra fedelmente ogni goccia di sudore, ogni respiro affannoso, ogni piccola vittoria.
Un Nuovo Inizio
Ora, quando vedo Fran nel programma, non cerco più scuse. Non dirò che la affronto con entusiasmo, non sono ancora così fuori di testa, ma la affronto con rispetto. E sì, forse anche con un accenno di sorriso. Perché alla fine, non è la destinazione che conta, ma il viaggio. E che viaggio, ragazzi, che viaggio.