L'arte di fallire con stile

L’arte di fallire con stile

cronaca dei miei primi double-unders

Se c’è una cosa che il CrossFit mi ha insegnato, è che il fallimento ha un suono. Nel caso dei double-unders, è quel caratteristico “whip-crack” della corda che ti colpisce i polpacci, seguito immediatamente da una colorita sequenza di imprecazioni che farebbero arrossire anche il più navigato dei marinai. Ma andiamo con ordine.

Il Primo Incontro con la Nemesi

Mi ricordo ancora quel giorno come fosse ieri. Il coach annunciò che avremmo dedicato parte della classe alla skill dei double-unders. Io, nella mia beata ignoranza, pensai: “Quanto potrà essere difficile? In fondo, ho fatto la corda alle elementari.” Oh, dolce innocenza. Non sapevo che stavo per iniziare una relazione tormentata che avrebbe lasciato più segni sulle mie gambe di una relazione tossica.

La Fase della Negazione

I primi tentativi furono… beh, chiamarli tentativi è già essere generosi. Ero come un windmill umano, le braccia che giravano freneticamente mentre la corda sembrava avere una propria volontà, preferibilmente malevola. Gli altri atleti saltavano con grazia, producendo quel caratteristico “swoosh-swoosh” che sembrava una presa in giro personale. Il mio suono era più un “thwack-palavolante-imprecazione”.

L’Illuminazione del Coach

“Stai cercando di uccidere una zanzara?” mi chiese il coach, osservando i miei movimenti frenetici. “La corda non è il tuo nemico, è solo… poco collaborativa al momento.” Fu in quel momento che iniziai a capire: i double-unders non sono una questione di forza bruta o di velocità delle braccia. Sono una danza, una coreografia che richiede pazienza, ritmo e, soprattutto, la capacità di ridere di se stessi.

La Fase Sperimentale

Iniziai a provare diverse strategie. Prima tentai l’approccio “più veloce possibile”, che risultò in una collezione impressionante di segni rossi sulle gambe. Poi passai alla fase “salto altissimo”, che mi fece sembrare più un canguro con problemi di coordinazione che un atleta. C’è stato anche un breve periodo in cui ero convinto che inclinare la testa in un certo modo avrebbe magicamente risolto tutto. Spoiler: non funzionò.

Il Momento della Verità

La svolta arrivò in un momento inaspettato. Ero lì, sudato e frustrato, quando un veterano del box mi disse: “Smetti di pensare alla corda. Pensa solo a saltare.” Suonava come una di quelle frasi zen che sembrano profonde ma non significano nulla. Eppure, qualcosa scattò. Iniziai a concentrarmi sul ritmo del salto invece che sul movimento frenetico delle braccia.

La Collezione di Fallimenti

Nel mio percorso verso il primo double-under riuscito, ho collezionato una serie impressionante di fallimenti creativi. C’è stata la volta in cui la corda si è attorcigliata al collo come un boa constrictor. O quando, in un momento di particolare frustrazione, ho lanciato la corda dall’altra parte del box (non il mio momento più maturo, lo ammetto). E come dimenticare quella volta in cui, convinto di averlo finalmente capito, ho eseguito una serie perfetta di… single unders molto entusiastici.

Segui il Ritmo

Un giorno, mentre ascoltavo musica durante il warm-up, notai che i miei single unders seguivano naturalmente il ritmo della canzone. Fu come se un interruttore si accendesse nel mio cervello. I double-unders non erano una questione di velocità, ma di timing. Era come ballare, solo con più probabilità di auto-flagellazione.

Il Primo Successo

Il mio primo double-under riuscito fu completamente accidentale. Ero così stanco di fallire che per un momento mi dimenticai di pensare. E proprio in quel momento di abbandono mentale, successe: la corda passò due volte sotto i piedi. Fu un momento di pura magia, seguito immediatamente dal panico di non saper replicare l’impresa.

La Lezione più Grande

Attraverso questo processo, ho imparato qualcosa che va oltre la semplice tecnica del movimento. Ho imparato che il fallimento non è l’opposto del successo, ma una parte fondamentale del percorso. Ogni segno sulle gambe, ogni momento di frustrazione, ogni risata dei compagni di box (sempre solidale, s’intende) ha contribuito a costruire non solo la skill, ma anche il carattere.

Dove Sono Oggi

Oggi, quando vedo un nuovo atleta alle prese con i suoi primi tentativi di double-unders, non posso fare a meno di sorridere con empatia. Vedo nei loro occhi la stessa determinazione, la stessa frustrazione, lo stesso mix di speranza e rassegnazione che ho provato io. E mentre li osservo raccogliere la corda per l’ennesima volta, penso che forse l’arte non sta nel non fallire, ma nel fallire con stile, con perseveranza e, soprattutto, con un sorriso.

La Danza Continua

Perché alla fine, i double-unders sono come la vita stessa: un continuo esercizio di equilibrio, ritmo e capacità di rialzarsi dopo ogni caduta. E mentre continuo a perfezionare la mia tecnica, collezionando ancora qualche segno sulle gambe di tanto in tanto, non posso fare a meno di pensare che forse il vero successo non sta nel numero di double-unders consecutivi che riesci a fare, ma nel numero di volte che sei disposto a riprovare dopo ogni fallimento.

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